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domenica 23 ottobre 2011

Tom Waits: La Salvaguardia del Patrimonio

E' da qualche giorno che avrei voluto parlare di Tom Waits, sapevo già su cosa puntare l'articolo, mi mancava la scintilla.
E' stata l'intervista a Gianfranco Fini da Fazio, questa sera a illuminarmi.
Si è parlato di pensioni, del futuro dell'Italia, come se non ci fossero esempi da seguire e l'ovvietà non fosse fuori dalla porta. Fini ha proposto di alzare l'età pensionabile, far fare ai nostri genitori qualche sforzo in più per creare un fondo per i giovani e per far risparmiare lo stato. "Un piccolo sacrificio" l'ha chiamato, come se non avessimo l'impazienza di iniziare, come se quei due anni in più non ruberanno posti alle nuove leve, come se i nostri genitori avessero ancora la forza di fare altri sforzi dopo tutti i sacrifici fatti.
Tendenzialmente sono contrario ma non voglio iniziare qui una disputa politica.

Quello che importa è che in fatto di musica quest'idea di Fini si potrebbe concretizzare nella figura di Tom Waits. A sessant'anni Tommaso ha ancora la forza di uscire con album come "Bad As Me", prendere a schiaffoni la discografia mondiale, le cosce di Rhianna, il trucco di Lady Gaga, le movenze dei Maroon 5.
Si piazza nella nostra giornata con un tempismo perfetto, con canzoni sporche di polvere, ingiallite nella loro maturazione ma sature di contemporaneità.
La testimonianza di Tom Waits è quella di un uomo che crede ancora nella bellezza, nella qualità, nella musica vera, nella propria singolarità, nei propri difetti in un album che appare già dal primo ascolto perfetto e fondamentale. E' una vera e propria lezione di musica: nelle ballate sempre più sporche e nei pezzi più scalmanati dove Waits non perde la sua voglia di sperimentare e sbagliare, tentando di nuovo, strizzando l'occhio maggiormente all'ascoltatore e condensando il tutto in una manciata di minuti.

La battaglia per far entrare Waits nei patrimoni dell'umanità inizia oggi stesso, è una promessa.

martedì 11 ottobre 2011

RockIT: La Meritocrazia Made in Italy

RockIT è la principale webzine d'informazione musicale riguardo le band italiane, quello che dice RockIT per molti indiepatici diventa legge, vedi il caso già accennato dei Ministri. Le linee guida sono proposte ed esaltate in vari modi, per colpire l'attenzione e garantire all'artista di turno il dovuto successo.
Che le case discografiche non entrino in questo "affare" è piuttosto improbabile anche se spesso è l'amicizia con i componenti delle band che muove gli articoli o gli approfondimenti, spesso è l'antipatia verso altri che li porta fuori dal circuito, spesso c'è anche una buona dose di critica e certi dischi non possono davvero non metterli in prima pagina.
Dell'ultimo caso fanno parte gli M+A, che nonostante siano stati ignorati per molto tempo, hanno ottenuto uno spazio importante, seppur breve; del caso "antipatia" fanno parte gli Intercity, che con il loro "Grand Piano" furono i grandi esclusi del 2009, salvo una traccia in free-download sul loro sito; del primo caso fanno parte artisti come i Ministri o come Giuseppe Peveri aka Dente.
Non che quest'ultimo non abbia talento, anzi, il fortunatissimo "Non c'è Due senza Te" mi ha rapito, l'ep "le Cose che Contano" mostrava un Dente in ascesa musicale, il singolo per "Il Paese è Reale" era uno dei migliori dell'intero cd,  ma poi con il successivo "L'amore non è Bello" Dente ha perso la sua forza musicale acquistata, investendo sui testi e sprofondando in un mood avvilito, moscio, che non permette un ascolto prolungato. 
Andando oggi sull'homepage di RockIT c'è come "prima-scelta" il nuovo album del Peveri "Io Tra di Noi": un disco tutto basato sui titoli delle canzoni e sui testi, che si accende e si fa apprezzare in pieno solo nella decima e undicesima traccia, un buon lavoro, ma si poteva fare di più. 
Più in basso, sempre in homepage, l'album "Colonna Sonora Originale" di Roberto dell'Era , bassista degli Afterhours, che sarà anche sfacciatamente '60s ma è di una qualità e di una varietà clamorosa, sopratutto se lo confrontiamo con "Io Tra di Noi".
Dente però è molto simpatico, una persona brillante, esce con Ghost Records che di soldi ne ha e il tour non può fallire. 
Dente è già il nuovo Battisti, il nuovo De Gregori addirittura e oramai non si può prescindere.

lunedì 3 ottobre 2011

Lady Gaga: la Visibilità, Sempre

Cosa fa di una cantante una star? 
Probabilmente le vendite, il successo mediatico, i concerti negli stadi da tutto esaurito: questo fa di una cantante una star, un'artista come ce ne sono poche, il talento sopra ogni cosa fino ad arrivare alle stelle.
Lady Gaga è una star.
Dopo il diciassettenne Justin Bieber è la seconda voce al mondo con più "like" su facebook, milioni di copie vendute, successo mediatico garantito e concerti negli stadi da tutto esaurito, anche se Lady Gaga, in fondo, non è niente: è commercio.
Anche se Lady Gaga, in fondo, è come la Nutella.
Tutto ciò che le gravita intorno è oltre la musica, è oltre le note e il suo saper suonare il piano. Lady Gaga è un ex-spogliarellista, Lady Gaga si traveste e parla come un uomo, Lady Gaga ha i capelli blu, rossi, gialli, marroni, verdi, verde acqua e ultimamente è sorretta da Frank, perché Lady Gaga che indossa tacchi alti, altissimi, non riesce a camminare da sola, come un'anziana.
Tutto questo per sopperire ad una carenza artistica? Forse si, anche se la star newyorchese suona e canta discretamente, niente di più, ma sopratutto perché giornali come Repubblica e chissà quanti altri nel mondo parlino di lei; non importa se c'è un nuovo singolo, un buon arrangiamento: se veste i panni di Jo Calderone sarà un sicuro successo. Lei è la nuova frontiera, più di Madonna, che ha letteralmente sconvolto il mondo della musica pop, più di Britney Spears che doveva essere sua erede, più di Christina Aguilera che ha una voce pazzesca: Lady Gaga, qualsiasi cosa faccia, si vende più della Nutella.
Se si potesse mettere in un barattolo, negli scaffali dei supermercati, spalmeremmo quintali di Lady Gaga sul nostro pane, la nazionale di calcio italiana vincerebbe un mondiale grazie alle sue ricche colazioni e milioni di persone si chiederebbero: "che mondo sarebbe senza Lady G.?" 

Forse lo stanno già facendo.