Pagine

martedì 31 gennaio 2012

Ghemon, Il Teatro degli Orrori: Selezioni alla Deriva

Solo una decina di anni fa c'avrebbero presi in giro, c'avrebbero picchiettato sulla spalla sinistra trovandosi a destra, ridendoci in faccia per lo scherzo ben riuscito; nessuno poteva prevedere poi che un certo tipo di musica ce l'avrebbe fatta, che sarebbe stata così decisiva per determinare una nazione che cambia culturalmente
Quello che accade in questo primo scorcio di duemiladodici è positivo, ci fa ben sperare e diciamolo: se tutto l'anno fosse così, per l'Italia ci sarebbe più di una speranza di uscire da tutto questo.

Ghemon e il suo ultimo album "Qualcosa è Cambiato" sono balzati al numero tre della classifica di Itunes proprio questa settimana, una bella notizia per lui, ma anche per noi. Nel gomitolo dell' hip-hop italiano, capitanato per la massa da Fabri Fibra e Marracash, fa bene vedere spuntare il nome di Ghemon tra gli album più venduti di questo gennaio anche perché il suo non è il solito polpettone di frasi scontate e già sentite, non è l'esaltazione del singolo e il senso di rivalsa nei confronti di un mondo pessimo, accanito. Il suo modo di fare musica è sofisticato: richiama beat studiati e fuori dalla logica cassa\sample di comodità lasciando che sia il ritornello ad essere d'impatto; il suo modo di scrivere denota l'attenzione minuziosa di ogni singola parola, elevandosi dal resto e ponendo un'attenzione più significativa nei confronti dell'ascoltatore che ricambia entusiasta.

Il Teatro degli Orrori oggi rilascia sul loro canale YouTube una preview del nuovo album "Il Mondo Nuovo" e anche questo, fortunatamente, avrà il successo degli altri, ci voglio scommettere. Nonostante la prolificità del contenuto, il gruppo non si pone più limiti (come se ne avesse mai avuti) nelle liriche: esplora la possibilità di un concept album ricco e variegato, un'impresa che, al primo ascolto, sembra davvero ben riuscita.


Così questi due esempi ci fanno ben sperare: in un Italia che spesso viene denigrata per il suo passato politico, rincoglionita di fronte alle ballerine di canale cinque e capace di sostenere giornali come Libero. Fa bene sapere che la possibilità di scegliere rende gli italiani liberi, liberi di migliorare.

martedì 3 gennaio 2012

Duemilaundici: Eliminare i Corpi Estranei

Le top di fine anno sono uno strazio, mi ricordano sempre la scena de “l'attimo fuggente” quando Robin Williams cerca di dissuadere i suoi studenti dal catalogare le poesie come se ci fosse la hit parade dei poeti. Le classifiche di fine anno sono uno strazio anche perché sono composte quasi tutte da album irrinunciabili e album personali (più alternativi possibili, io sono più fico), quindi alla fine c'è la solita roba e nomi mai sentiti prima, gente con un album sconosciuto che alla fine, in questo duemiladodici, non ha contato nulla.

C'è gente addirittura che durante l'anno inizia a catalogare per fare la top trenta o la top cento, follia.

Non volevo però mettermi a fare il finto disinteressato, così ho stilato anche io una lista, senza preferenze per il primo o l'ultimo posto, se volete godere di buona musica potete cercare questi artisti, questi album e queste canzoni. 
Buon ascolto.

I Migliori Album del 2011:
James Blake - James Blake

M+A - Things, Yes

Dellera - Colonna Sonora Originale

Radiohead - The Kings Of Limbs

Tom Waits -Bad As Me

Bon Iver - Bon Iver

Verdena - Wow

Beirut - The Rip Tide

Canzoni (da ascoltare almeno una volta a volume sostenuto)

Ce li Potevamo Risparmiare:
Mannarino: nessuna novità, solo tante amicizie: Il Ricky Memphis della musica Italiana.
I Cani: indie-pop da quattro soldi con liriche d'attualità, si fermeranno qui molto probabilmente.
Lykke Li: oltre le gambe non c'è niente.
Lana del Rey: la gatta morta della nuova scena alternativa mista-finto-electro.
Coldplay: dal capolavoro alla pubblicità: come sputtanarsi in cinque album.
White Lies: ancora suonano? La spinta pubblicitaria è nulla senza musica..
The Vaccines: non bastavano i Maximo Park, Kaiser Chief a ricordarci che il brit-pop è morto?
Girls: picchi rari a parte, sono di quelle band come i Nada Surf per cui ti chiedi cosa avranno fatto per arrivare così in alto.
The Weeknd: uno-due singoli di valore, poi tanta musica che oscilla tra il singolone commercialone e la voglia di rimanere alternativi. Delusione sincera.