Pagine

sabato 27 aprile 2013

Yeah Yeah Yeahs: Nel Settimo Cerchio al Quarto Album

La categoria Ogm, qui su questo blog, sta ad indicare tutti quei gruppi che, con il tempo, hanno perso la passione per la buona musica piegandosi alla volontà delle etichette e dei gusti, opinabili, della massa.
Quelle band che quando ascolti il nuovo lavoro vai subito ad espellere il cd per verificare se è quello giusto, se non hai sbagliato nella fretta e nella distrazione.

I miei amati Yeah Yeah Yeahs non fanno però parte interamente di questa categoria perché seppur partiti con un album da piazzare in costante loop come Fever To Tell, uno dei primi album a farmi aprire gli occhi e le orecchie sull'immenso panorama contemporaneo alternativo, seppur mi dicano che Karen O., la super frontgirl del gruppo, non abbia perso un colpo e sia ancora fantastica live, la loro è una triste storia fatta di decadimento e brutte canzoni, brutti album.

Hanno tentato invano di invadere il grande mercato modificando i loro suoni, la loro spontaneità, mettendo un sacco di colore, palloncini ed effetti scontati speciali ai loro nuovi pezzi collezionando più insuccessi che applausi, finendo nel dimenticatoio, nell'albo di tutte quelle band che non ce l'hanno fatta.

Quest'ultimo Mosquito è clamorosamente moscio, da addormentarsi in pieno pomeriggio, dove i colpi migliori sono quelli che riesci a dare con la testa al legno della scrivania, gli unici che ti risvegliano dalla catarsi. Non c'è spontaneità, non c'è rabbia, non c'è niente più dei fantastici Yeah Yeah Yeahs, al massimo uno "Ye!" quando è tutto finito.
Gran bel peccato, vi odio.

venerdì 19 aprile 2013

Justin Vernon: Contenuto Liquido Primaverile

Gimme Toro nacque dalle ceneri di GlassHouse, volevo uno spazio tutto mio per sfogarmi, per denunciare, per esaltare protagonisti più o meno visibili della musica.

Poi, sarà un segno del destino, dopo il concerto dei Radiohead, tra mille avventure personali, non sono più riuscito a scrivere una sola riga, una sola porzione di testo. Mi sono rifugiato su Spotify, su siti illegali a scaricare musica cercando qualcosa per cui valesse davvero la pena sedersi alla scrivania con l'intento di parlarne.
Invece niente, niente degno di nota.
Così ho pensato che fosse proprio un buon argomento di conversazione, ora che anche la musica indie Italiana ci regala emozioni con il contagocce dopo due-tre anni di esaltanti uscite; si passa dalla tristezza del nuovo lavoro di Appino (dove suonano oramai i soliti noti) alla meraviglia del singolo di Cosmo che mi fa credere ancora nelle possibilità di essere una nazione fatta di grandi artisti, anche se quest'ultimi non ne sono pienamente consapevoli.

La primavera sta arrivando, il mood cambia, e forse ci sarà nuovo spirito in musicisti e giornalisti nel cercare e trovare qualcosa degno di essere impresso.

Affrontiamo questa rinascita ascoltando il nuovo album Grownass Man dei The Shouting Matches, Justin è la certezza a cui aggrapparsi...