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sabato 27 aprile 2013

Yeah Yeah Yeahs: Nel Settimo Cerchio al Quarto Album

La categoria Ogm, qui su questo blog, sta ad indicare tutti quei gruppi che, con il tempo, hanno perso la passione per la buona musica piegandosi alla volontà delle etichette e dei gusti, opinabili, della massa.
Quelle band che quando ascolti il nuovo lavoro vai subito ad espellere il cd per verificare se è quello giusto, se non hai sbagliato nella fretta e nella distrazione.

I miei amati Yeah Yeah Yeahs non fanno però parte interamente di questa categoria perché seppur partiti con un album da piazzare in costante loop come Fever To Tell, uno dei primi album a farmi aprire gli occhi e le orecchie sull'immenso panorama contemporaneo alternativo, seppur mi dicano che Karen O., la super frontgirl del gruppo, non abbia perso un colpo e sia ancora fantastica live, la loro è una triste storia fatta di decadimento e brutte canzoni, brutti album.

Hanno tentato invano di invadere il grande mercato modificando i loro suoni, la loro spontaneità, mettendo un sacco di colore, palloncini ed effetti scontati speciali ai loro nuovi pezzi collezionando più insuccessi che applausi, finendo nel dimenticatoio, nell'albo di tutte quelle band che non ce l'hanno fatta.

Quest'ultimo Mosquito è clamorosamente moscio, da addormentarsi in pieno pomeriggio, dove i colpi migliori sono quelli che riesci a dare con la testa al legno della scrivania, gli unici che ti risvegliano dalla catarsi. Non c'è spontaneità, non c'è rabbia, non c'è niente più dei fantastici Yeah Yeah Yeahs, al massimo uno "Ye!" quando è tutto finito.
Gran bel peccato, vi odio.

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