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domenica 6 novembre 2011

James Blake: L'Arte di Parlare Davanti

Credo succeda qualcosa d'importante sotto il punto di vista professionale a chi tenta questo lavoro, quello del critico musicale.
Dopo centinaia d'ascolti e dischi passati sotto il naso le idee si confondono, nel senso letterale del termine: non riesci più a distinguerle, non le tue, le loro, quelle degli artisti; ti sembra che alla fine, poche eccezioni a parte, qualcuno copi sempre qualcun'altro e se una volta regalavi un sei pieno a chiunque, con il tempo il tiro s'abbassa e per il solito album “indie-pop” puoi dare al massimo un  cinque, un quattro e mezzo.
Credo che la chiave sia proprio in questo, quello che dovrebbe distinguere un critico da uno scrittore improvvisato di blog: la perseveranza, l'ascolto incessante, l'esperienza.
Probabilmente non sono neanche a metà percorso, ma alcune perle credo già di distinguerle.
Fu così con Flying Lotus che seguivo dai primi remix, fu così per gli M+A da iper-indipendenti al lancio su Monotreme, sono sicuro sarà così per James Blake.
E' lui che ha sconvolto letteralmente la musica dal duemiladieci ad oggi, quando come al solito pensavi fosse già stato detto tutto, anche nell'ambito dubstep, “la nuova frontiera”, arriva questo ragazzino dell'ottantotto che prende l'elettronica, la condisce con tastiere massicce e sfrutta il silenzio come un arma, come tratto distintivo. 
Blake è un artista: ha indagato le profondità della musica, in questo conflitto a fuoco tra chi fa più rumore ed è arrivato alla conclusione che solo il silenzio potrà salvarci, potrà darci qualcosa in più.
Anche nella sua condotta, così pacata, lontana dai riflettori, dal brusio e dalla ricerca dello stupore costante non ha fatto altro che aumentare la mia ammirazione verso di lui, come se non gliene importasse molto della copertina o della recensione, sicuro di sé e del suo contributo a quest'arte che tanto ha bisogno di persone come lui.
In soli due anni ha sfornato già un album e quattro ep, il quinto arriverà a Dicembre 2011 e l'attesa sul web cresce come se s'aspettasse l'undicesimo comandamento: James Blake è il futuro, perlomeno cerca di darci una chiara visione di ciò che ci aspetta, perlomeno ci ha dato ancora speranza, il gusto di sapere cos'altro potrebbe arrivare, il gusto di spalancare gli occhi e leggere di un ventitreenne affamato che dichiara: “I wanted to make sounds I'd never heard before”, commovente. 

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