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mercoledì 5 marzo 2014

Sanremo: ritorno al futuro?

In 29 anni credo di aver seguito il Festival di Sanremo una sola volta: la prima edizione di Fabio Fazio, vero e proprio rottamatore di tutta quella schiera di presentatori vecchio stampo, attaccati ad una manifestazione antica, polverosa.
Tantissimi ospiti di riguardo, l'Italia migliore, spensieratezza e anche un cast artistico\musicale abbastanza innovativo, almeno allora per avvicinare nuove fette di pubblico.
Quest'anno ho avuto modo di seguire brevi spezzoni, guardare qualche video ed ascoltare qualche pezzo, degli artisti più interessanti, Perturbazione in testa, ovviamente.

E, per quanto Fazio si sia troppo democristianizzato nel tempo, devo ammettere che forse, proprio in quest'ultima edizione, è riuscito in un piccolo miracolo che nessuno ha apprezzato fino in fondo.
Fazio, o chi per lui, è riuscito a presentare tutti artisti giovani, freschi, avvicinandosi di più alle classifiche contemporanee e permettendo ad una fascia più giovane, quella del futuro pubblico del festival, di interessarsi, di seguire con diffidenza ma di capire che cos'è Sanremo e come funziona.

Anche gli ospiti esteri non sono stati da meno, forse troppo azzardati, troppo poco conosciuti dalla massa, ma anche su questo versante il distacco netto da gente di dubbio gusto invitata gli anni precedenti c'è stato.

Insomma, calo di ascolti sensibile, critiche e benpensanti a parte probabilmente per pochi giorni siamo stati catapultati nell'immediato futuro di quello che sarà la musica per le future generazioni in Italia.
O almeno è questo quello che si crede.

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